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UNI 7697-2015: CRITERI DI SICUREZZA NELLE APPLICAZIONI VETRARIE

Ho spesso parlato del vetro come componente dell’infisso e ne ho a volte analizzato la luminosità, altre l’isolamento termico o acustico.

 

Oggi voglio parlarvi di un altro aspetto che concerne il vetro e che è sicuramente altrettanto importante per la nostra tranquillità, se non addirittura l’aspetto più importante. Parlo della sicurezza nei vetri.


Il vetro che troviamo in commercio ha le seguenti caratteristiche:

  • La trasparenza
  • La riciclabilità
  • La durezza
  • La resistenza alla compressone
  • L’elasticità
  • La fragilità


Tutte queste caratteristiche rendono il vetro un nostro grande alleato per il raggiungimento del comfort abitativo, ma l’ultimo requisito, “la fragilità”, è un aspetto molto importante per la sicurezza delle persone.


Ogni vetro si può rompere e, quando questo succede, diventa pericoloso se non è di sicurezza. Ma usare un vetro di sicurezza non basta se non si conosce il tipo di applicazione e il livello di sicurezza da raggiungere.


Gli incidenti domestici sono all’ordine del giorno, basta vedere la cronaca, e nel caso di rotture di vetri comuni (i cosiddetti vetri ricotti) sono molte volte fatali.


Tutti noi attori della filiera del serramento dobbiamo prestare molta attenzione, conoscere le norme e sapere cosa fare per la sicurezza.
Gli addetti ai lavori sono: il progettista, il direttore dei lavori, l’impresario edile, il produttore di finestre, il posatore e per ultimo il nostro cliente che ci ha preferiti per la nostra competenza.


Per stabilire qual è il giusto vetro da impiegare in funzione del tipo di lavoro da realizzare, per la classe di rischio e per le prestazioni da raggiungere, occorre rifarsi alla norma UNI 7697 del febbraio 2015. La norma individua - come vetri a rischio per la sicurezza delle persone - tutti quelli accessibili agli stessi e non protetti. Inoltre essa recita che la posa dei vetri deve essere effettuata in conformità della norma UNI EN 12488 e alle prescrizioni del produttore.



Ma quali sono i vetri di sicurezza?

I vetri da impiegare nella sicurezza sono:

  • vetro stratificato di sicurezza, con un tipo di rottura indicato dalla lettera B e richiamato nella norma UNI EN 12600, con classificazione prestazionale minima (1B1) e (1B2).
  • vetro temprato termicamente di sicurezza, con un tipo di rottura indicato con la lettera C e richiamato anch’esso nella UNI EN 12600, con classificazione prestazionale minima (1C3).


La norma, nel caso di alcune applicazioni in vetrate isolanti, indica anche in quale lato montare il vetro di sicurezza. Ovviamente la stessa norma suggerisce anche in fase progettuale di valutare le conseguenze della rottura delle lastre di entrambi i lati, richiamandosi al buon senso risalente al “buon padre di famiglia”.


Precisiamo che un vetro viene considerato sicuro se resiste alla sollecitazione prevista e non possa ferire le persone in maniera grave in caso di rottura.


Il vetro temperato stabilito dalla norma UNI EN 12150.1 quando si rompe rilascia tanti piccoli frammenti non taglienti, mentre il vetro stratificato stabilito dalla norma UNI EN 12543/2 quando si rompe, grazie all’intercalare plastico (comunemente definito PVB), trattiene aderenti i frammenti di vetro e riduce il rischio di ferite.


La norma individua anche le azioni e le sollecitazioni che possono causare la rottura e ci fornisce il seguente elenco:

  • Carichi dinamici
  • Carichi statici
  • Urti dovuti a fenomeni atmosferici
  • Vibrazioni
  • Carichi ed urti accidentali
  • Esplosioni (UNI EN 13541)
  • Urti da corpo molle (UNI EN 12600)
  • Urti di proiettili (UNI EN 1063)
  • Incendi (UNI EN 357)


Una volta che un vetro si è rotto ci sono dei rischi e la norma individua tre scenari:

  • Danni a persone, animali o cose
  • Caduta nel vuoto da un’altezza maggiore di un metro
  • Danni sociali (danni ad opere d’arte, evasioni, accesso ad oggetti pericolosi, ecc.)


Nella norma sono inseriti due prospetti uno generico e l’altro specifico riguardanti alcune applicazioni vetrarie in diversi contesti e situazioni.
A tali contesti associa alcune azioni e sollecitazioni che possono condurre alla rottura del vetro con i rispettivi rischi. A tutto ciò individua il tipo di vetro da impiegare in lastra singola o in una composizione isolante.

A tale proposito si allegano i due prospetti indicativi e si rinviano i lettori alla norma UNI 7697. Nel leggere tali prospetti, se il lettore dovesse avere dei dubbi, la norma suggerisce di rispettare i dati indicati nel prospetto due e non quelli del prospetto uno. Inoltre, può avvenire che un vetro temperato si rompa e rilasci una serie di frammenti che, cadendo dall’alto, possono causare danni o infortuni.

in tale caso, è consigliato vivamente un ulteriore trattamento denominato HST secondo la norma UNI EN 14179. Tale trattamento complementare alla tempera serve ad individuare la presenza all’interno della
pasta vetraria del solfuro di nichel, che è la causa della sua eventuale esplosione futura.


La norma inoltre, individua anche il verso di posa della lastra di sicurezza. Essa deve essere posta dalla parte della persona o cosa da proteggere, quindi non dal lato da cui proviene l’aggressione ma dal lato opposto, quello in cui si trova la persona o la cosa da proteggere.

 


Come abbiamo visto la norma parla solo della prestazione minima del vetro che dobbiamo rispettare. Ma in realtà noi andiamo a realizzare vetrate di varie dimensioni, che vengono montate in varie località e sottoposte a diversi tipi di sollecitazioni. Pertanto c’è bisogno di individuare il giusto grado di resistenza meccanica.


Cosa fare? Per prima cosa bisogna individuare i carichi che graveranno sul vetro, rilevandoli dal decreto ministeriale comunemente denominato (norme tecniche di costruzione NTC del 2018).
Poi, una volta valutate le condizioni di carico che dovrà sopportare quella vetrata, si procederà alla verifica statica.


Attenzione: le verifiche statiche devono essere fatte da tecnici abilitati.
In questa attività il tecnico segue le norme che nello specifico sono UNI 11463 o UNI EN 16612, mentre nel caso di vetrata strutturale la norma è la DT 210 del CNR.


Con questo tipo di procedura noi riusciamo a sapere in base al tipo di applicazione che stiamo eseguendo, il tipo di prodotto e spessore da utilizzare.
Le cose importanti da tenere presenti sono:

  • La dimensione della lastra
  • Il tipo di posa
  • La freccia massima


È opportuno per maggiore sicurezza eseguire anche delle prove di laboratorio. In molti casi è più conveniente fare le prove sul cantiere dove sono stati eseguiti i lavori.

 

Conclusioni

La sicurezza nella tua casa è una cosa importante. Solo un professionista attento alle tue reali esigenze può garantirti la serenità della tua vita domestica.
 

Se vuoi saperne di più contattaci e ti indicheremo il Rivenditore Autorizzato Pompeja più vicino a te che saprà rispondere a tutte le tue domande.

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