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SEI AL SICURO SE SI ROMPONO I VETRI DELLE FINESTRE?

Negli ultimi anni, nel mondo delle finestre, il vetro ha assunto un ruolo molto importante ed è passato da semplice tamponamento a componente primario della finestra allo scopo di raggiungere il miglior comfort abitativo.


Questa tendenza è stata evidenziata anche dall’architettura moderna sempre più attenta alla tecnica e al design, che si è spinta alla smaterializzazione dell’involucro edilizio e alla trasformazione delle superfici opache in trasparenti.

Questo nuovo modo di intendere l'architettura ci ha consegnato superfici vetrate sempre più grandi sia fisse che apribili.

Ma come ogni cosa, a dei vantaggi corrispondono delle nuove problematiche da affrontare:

  • La sicurezza sia per le persone che dai mali intenzionati
  • Il problema del surriscaldamento eccessivo degli ambienti, specialmente quelli esposti nel quadrante est–ovest passando per il sud (90 – 180 – 270 gradi)
  • La protezione dagli sguardi indiscreti
  • La schermatura adeguata alla dimensione


Tutta la filiera lavorativa, che comprende il progettista, il produttore, il posatore sono chiamati ad una maggiore attenzione rivolta alla risoluzione delle problematiche emergenti e al rispetto delle norme. Questo tenendo sempre presente le caratteristiche tecniche dei prodotti nonché il modo più corretto nell’utilizzarli all’interno del progetto edilizio in funzione della loro destinazione e uso.

Le vetrate isolanti non sono tutte uguali, esse si prestano ad un grande trasformismo e devono uniformarsi alle varie esigenze degli architetti e dei progettisti.

L’unica cosa a cui non si può derogare è la sicurezza.
Il vetro per sua natura si rompe e, in caso di rottura, deve garantire la sicurezza sia per evitare rischi di ferite che di caduta nel vuoto. E bisogna aggiungere anche la protezione da effrazioni a vari livelli.

È mia intenzione, con questo articolo, dare un modesto contributo agli attori della filiera senza pretesa dell’esaustività.

Volendo fare un breve passaggio attraverso la storia occorre ricordare che, prima dei Romani, per chiudere dei fori e far passare la luce si utilizzavano alcune pietre traslucide quali l’alabastro e l’agata. I Romani furono i primi ad iniziare a produrre una sorte di vetrata utilizzando la "pietra specularis" e creando l’antesignana della finestra moderna, che non era però trasparente, ma solo opalescente.

Successivamente si iniziarono a produrre vetri trasparenti grazie alla tecnica della soffiatura. Più recentemente poi si è passati alla semplice lastra di vetro tirato di pochi millimetri di spessore e poi al moderno vetro Float.

Nei tempi più recenti viene prodotto un vetro al cui interno troviamo una rete di fili metallici, chiamato vetro armato. Alcuni erroneamente definiscono questo tipo di vetro un vetro di sicurezza, ma in realtà esso non lo è.

Oggi i vetri di sicurezza si dividono in due grandi famiglie, la famiglia degli Stratificati e quella dei Temperati.


Il vetro stratificato

Il vetro stratificato è un vetro composto da due o più lastre unite su tutta la superficie mediante una pellicola trasparente contrassegnata dall’acronimo PVB (Polivinilbutirrale).

In caso di rottura del vetro a causa di un corpo contundente, il vetro pur lesionandosi, non crea frammenti o schegge che possano ferire la persona.

A seconda del livello di sicurezza, la pellicola assume diverso spessore; si parte da mm 0,38 e poi si aggiungono ulteriori pellicole in funzione del grado di sicurezza da raggiungere.

Riconoscere questa famiglia è molto semplice: basta osservare sulla testa delle lastre per trovare il plastico di giunzione. La nomenclatura di questa lastra è formata da due cifre (spessore della lastra) seguite da un punto e un’altra cifra (numero di plastici da mm 0,38). Quindi, 33.1 vuol dire: due lastre da mm 3 e un plastico da mm 0,38.

Chiaramente tutte le indicazioni sono riportate sulla scheda tecnica che accompagna il vetro.
A seconda delle esigenze di sicurezza, il vetro stratificato può essere composto variando lo spessore delle lastre e utilizzando uno o più plastici di diverso spessore.
I livelli di sicurezza che si possono ottenere sono i seguenti:

  • Protezione delle persone legate a due eventi:
    1) ferite dovute a frammenti liberi di vetro a causa di rottura della lastra
    2) pericolo di caduta nel vuoto, quando a seguito di urto il vetro si rompe e causa la caduta nel vuoto (la cosiddetta defenestrazione)
  • Protezione di beni, oggetti, persone commessi con atti di effrazioni o da atti vandalici per le abitazioni, negozi, banche, uffici, ecc. L’obiettivo di questa categoria di vetro deve essere quello di non far entrare l’intruso.
  • Protezioni contro gli attacchi con varie armi da fuoco
  • Protezioni contro gli attacchi utilizzando materiale esplosivo


Si precisa che i vetri stratificati devono essere conformi alla norme EN ISO 12543.
Inoltre, occorre sapere che la norma che considera un vetro stratificato di sicurezza è la EN ISO 12543-2 e per di più, questi devono possedere il marchio CE in conformità alla norma EN 14449.



Il vetro temperato termicamente

La precisazione della dicitura “termicamente” si è resa necessaria perché è possibile ottenere un vetro temperato anche chimicamente. Quest’ultima soluzione è dovuta per casi particolari: o per ottenere maggiore resistenza meccanica alla flessione o maggiore resistenza agli urti.

Non è possibile normalmente temperare vetri con rivestimenti di coating.

Nel vetro temperato termicamente, la lastra viene sottoposta alla temperatura di circa 600 gradi e a un successivo raffreddamento. Questo trattamento comporta la formazione interna alla lastra di micro fratture che poi risaldandosi tra di loro rendono la lastra più resistente, ma con la caratteristica che in caso di rottura, la lastra si frantumerà in piccole scaglie di vetro che non feriranno le persone.

Si precisa che lastre di spessore maggiore di 6 mm è opportuno sottoporle ad un ulteriore processo termico denominato “Heat Soak Test” (HST). Questo procedimento serve per garantire l’assenza all’interno della vetrata isolante di un “killer”, il solfuro di Nikel che conduce alla rottura spontanea della vetrata.

Quindi attenzione, è importante richiedere questo test complementare per essere garantiti che quella vetrata non possa esplodere.

Le caratteristiche dei vetri temprati termicamente sono totalmente diverse dalle caratteristiche del vetro di partenza (vetro Float), denominato vetro ricotto. Le caratteristiche sono le seguenti:

  • Non è possibile sottoporre un vetro temperato a successiva lavorazione, quindi non possono essere tagliati, segati, forati, molati. Tutto deve essere fatto in anticipo
  • Hanno una grande resistenza meccanica e agli urti, solo quello temprato chimicamente è più resistente
  • Hanno una maggiore resistenza agli sbalzi termici. Sappiamo che il vetro è un pessimo conduttore e quindi in caso di diverse temperature sulla stessa lastra, si provocano nel vetro ricotto rotture da shock termico
  • In caso di rottura il vetro temperato, come già detto, si rompe in tanti piccoli frammenti e quindi non c’è pericolo grave di ferimento.


I vetri temperati termicamente devono essere conformi alla norma EN 12150, mentre quelli sottoposti al procedimento complementare HST devono essere conformi alla norma EN 14179. Tutte le vetrate devono soggiacere alla marcatura CE.

Come già visto in precedenza ho richiamato delle norme Europee contrassegnate dalla sigla EN ed anche delle norme internazionali ISO, ma per maggiore precisione occorre chiarire come vengono classificati i vetri di sicurezza in Europa.

 

Resistenza all’impatto: norma EN 12600

La prima classificazione è data dalla resistenza all’impatto. La norma EN 12600, denominata “prova del pendolo”, classifica i vetri piani in base all’impatto di un corpo molle del peso di circa 50 kg che colpisce la lastra da varie altezze (nello specifico da mm 1200, da mm 450 e mm 190).


Nelle prove si verifica l’eventuale rottura della lastra in funzione delle altezze, il tipo di rottura, la dimensione del frammento e l’eventuale sfondamento della vetrata. In funzione dei risultati ottenuti, la vetrata verrà classificata attribuendole delle sigle come appresso indicate e corrispondenti a prestazioni. A titolo di esempio:

  • 1 B 1 vetro temperato resistente ad un impatto di caduta di mm 1200
  • 2 B 2 vetro temperato resistente ad un impatto di caduta di mm 450
  • 1 C 1 vetro temperato resistente ad un impatto di caduta di mm 1200



Resistenza all’effrazione: norma EN 356

La seconda classificazione riguarda la resistenza conto un attacco manuale.
La norma EN 356 prevede otto classi di resistenza. Per le prime cinque classi la prova da effettuare e superare riguarda la così detta “prova della palla d’acciaio”, mentre per le altre tre classi, la norma prevede la “prova dell’ascia”.

La prima prova consiste in una palla d’acciaio del peso di 4,1 kg che cade sul vetro in tre punti a forma di triangolo da diverse altezze. A seconda del numero di impatti e dell’altezza di caduta si avranno varie classi. La prova viene superata se la sfera non oltrepassa il provino. A titolo di esempio:

  • Classe P1A ci saranno tre impatti da un’altezza di mm 1500 - Lanci di pietre e oggetti
  • Classe P2A ci saranno tre impatti da un’altezza di mm 3000 - Lanci di pietre e oggetti
  • Classe P3A ci saranno tre impatti da un’altezza di mm 6000 - Piccola criminalità
  • Classe P4A ci saranno tre impatti da un’altezza di mm 9000 - Protezione media
  • Classe P5A ci saranno tre per tre impatti da un’altezza di mm 9000 - Protezione alta


La seconda prova consiste nel rompere un provino di vetro di dimensioni mm 1100x900 a martellate con un minimo di dodici colpi concentrati in un’area di mm 400 x400 e subito dopo con un’ascia occorre colpire per un certo numero di volte lo stesso punto. La prova risulta superata se la parte di vetro interessata dalla prova non si stacca dal vetro. A titolo di esempio:

  • Classe P6B ci saranno dai 30 ai 50 colpi di martello e di ascia
  • Classe P7B ci saranno dai 52 ai 70 colpi di martello e di ascia
  • Classe P8B ci saranno più di 70 colpi di martello e di ascia


Queste tre classi proteggono da ladri organizzati.


Resistenza alle armi da fuoco. EN 1063

Questa terza prova riguarda sia la classificazione dei vetri, sia la prova che i vetri devono superare per essere considerati resistenti alle armi da fuoco.

La norma nel definire la resistenza distingue due categorie. La prima concerne le pistole e i fucili ossia le classi (BR), mentre l’altra classe si riferisce ai fucili da caccia classi (SG). Le classi totali di resistenza alle armi da fuoco sono nove. Per superare la prova di riferimento, il vetro non deve far passare il proiettile.

La singola prova viene effettuata su tre provini e tiene conto del rilascio sul lato posteriore di eventuali schegge. A titolo di esempio:

  • BR1 Fucile
  • BR2 Pistola
  • BR3 Pistola
  • BR4 Pistola
  • BR5 Fucile
  • BR6 Fucile
  • BR7 Fucile
  • SG1 Fucile da caccia
  • SG2 Fucile da caccia


Dalle indicazioni fin qui riportate emerge soltanto una classificazione a livello Europeo dei vetri di sicurezza. Per quanto riguarda il loro impiego in Italia a secondo dei diversi contesti e ubicazioni, occorre rifarsi alla norma UNI 7697.

 

Conclusioni

La sicurezza nella tua casa è una cosa importante. Solo un professionista attento alle tue reali esigenze può garantirti la serenità della tua vita domestica.
 

Se vuoi saperne di più contattaci e ti indicheremo il Rivenditore Autorizzato Pompeja più vicino a te che saprà rispondere a tutte le tue domande.

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